Convegno su Vernon Lee
Frontespizio libro Francesco Terzani
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VERNON LEE Violet del Palmerino
Cinquant’anni, ma forse sono anche di più, che passo davanti all'antica libreria a giorno che sta nell'ingresso della casa di mia madre. Non ci avevo mai fatto caso. Praticamente ogni volta ho preso in mano uno dei vecchi libri. Rilegati con la carta trezzata tipica fiorentina e la costola di pelle. Li avevo guardati, aperti e rimessi a posto con religioso rispetto. Edizioni di oltre cento anni fa, in francese, fra di loro un vocabolario francese/ inglese. Mah! Poi, oggi, il lampo. Sono giorni che andiamo alla casa del babbo di Massimo, Antonio Ghirelli. E' morto da poco più di un mese e dobbiamo mettere a posto i libri. Ne aveva quasi 20 mila. Purtroppo nessuno di noi può metterseli a casa, siamo pieni anche noi di libri, stipati anche in cucina e in bagno (quelli meno interessanti). 20mila libri da dividere per sezioni, catalogare e regalare a alcune Fondazioni che abbiamo contattato: una parte dedicata a Napoli, con saggi, romanzi e volumi fotografici andranno all’Istituto di studi storici intitolato a Croce,appunto a Napoli; una parte - dedicata al socialismo, alla storia e alla politica italiana - all’Associazione Sandro Pertini; la terza, sullo sport, stiamo cercando di capire se è meglio portarli al Centro di Coverciano o al Coni. Così, fra ricordi e nostalgie, ho cominciato a guardare i libri con un altro occhio, quello del cuore. Non il titolo o il tema, ma le dediche. Ricordi di amici, opere prime di nuovi scrittori, regali tra coniugi: alla moglie Barbara le dediche più intime e commoventi.
nonno, un contadino diventato operaio alla Ginori, e la nonna, Fortunata, governante presso una strana signorina inglese, avessero in casa quei libri. Ecco un'eredità. Tutti i libri sono di autori classici francesi, ma quel vocabolario francese/inglese oggi mi ha fatto capire che quei romanzi appartenevano alla signorina inglese. Ne trovo altri nella libreria nuova: c'è “Gerusalemme” di Pierre Loti, che con il permesso di mamma porterò a casa mia, e poi un altro. C'è una dedica: “To Vernon Lee, her friend Bradey”. Poi sotto, a matita, " letto da Francesco Terzani il 1936, giugno, anno I dell'Impero”.
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